Agricoltura: vittima o carnefice?



Il mondo agricolo attualmente è molto distante dalla vita e dalla percezione dei giovani: il mestiere dell’agricoltore è poco conosciuto, e raramente viene preso in considerazione come opzione per il futuro.

Eppure l’agricoltura è una attività le cui ricadute si manifestano a livello ambientale, sociale, sanitario. E’ importante che i giovani riescano a interpretare la complessità del mondo in cui vivono, a riconoscere le connessioni tra sviluppo, salute, inquinamento ambientale, globalizzazione degli stili di vita, educazione alimentare, partendo da considerazioni su qualcosa che ci riguarda tutti molto da vicino: il consumo quotidiano di cibo.

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E’ altrettanto importante che conoscano le peculiarità del territorio in cui vivono, e imparino a rivalutarle e a tutelarle, nella direzione dello sviluppo sostenibile di zone che mantengono un rilevante interesse naturalistico e ambientale. Il “made in Italy” agro-alimentare nasce proprio dalla valorizzazione di prodotti fortemente legati ai diversi territori geografici ed è alimentato da produzioni agricole di qualità.

L’agricoltura può quindi costituire una concreta alternativa professionale, in epoca di disoccupazione giovanile ai massimi storici, di crisi economica, di gavette infinite (laurea, dottorati, stages formativi, master, ecc.). L’importante è ridare dignità al lavoro più antico del mondo!

 

 

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