Specie



Coeloglossum viride (Celoglosso)

ORCHIDACEAE - Coeloglossum viride (L.) Hartm.

 

Nome volgare: celoglosso.

Biologia: geofita bulbosa, fiorisce tra maggio ed agosto; ha un fiore poco appariscente e l’impollinazione è garantita da piccoli insetti (lepidotteri notturni, imenotteri, coleotteri).

Distribuzione: circumboreale, dal Nordamerica, all’Europa, all'Estremo Oriente. È presente in tutta la penisola, manca nelle isole maggiori. La sua diffusione decresce dal Nord al Sud, infatti è abbastanza comune nelle Alpi e nelle Prealpi, mentre diventa rarq nell’Appennino meridionale. In regione, dove può essere considerato un relitto glaciale, è stato segnalato in poche località montane dal Vulture al Pollino. Aggiungere notazioni per il SIC

Ecologia: quest’orchidea vegeta nel piano montano, subalpino e alpino, nei pascoli d’altitudine, nei cespuglieti e nei boschi di conifere, entro un’ampia fascia altimetrica da 500 a 2.600 m s.l.m. Cresce in piena luce o a mezz’ombra, su suoli umidi, è piuttosto indifferente al substrato, anche se sembra prediligere terreni di natura silicea, a reazione neutra.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 6210 (*) - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) (habitat prioritario).

Minacce: danni da brucamento e da calpestio soprattutto nel periodo dell’antesi, riduzione o degradazione degli habitat di pertinenza anche in seguito alla cessazione del pascolo ed all’innesco di processi evolutivi della copertura vegetale verso consorzi forestali chiusi.

Livello di minaccia nel SIC: molto alto (a breve-medio termine) a causa dell’esiguo numero di individui.

Conservazione e protezione: inclusa tra le specie protette dalla CITES è, come tutte le Orchidee, inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005. È specie rara nell’Italia meridionale ed infatti è contemplata nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia, nelle limitrofe regioni di Puglia e Calabria, rispettivamente nelle categorie delle specie minacciate (EN) e vulnerabili (VU).



Quercus cerris (Cerro)

Nome scientifico: fam. FAGACEAE Quercus cerris L.

Nome volgare: Cerro

Biologia: P scap (albero). Fiorisce tra maggio e giugno.

Distribuzione: specie a baricentro sud-orientale. L'areale del cerro si estende a gran parte dell'Europa centro meridionale ed orientale, presente in quasi tutta Italia (eccetto la Sardegna), si trova di frequente soprattutto negli Appennini dove forma boschi puri (cerrete)o misti.a nord raggiunge l'Austria meridionale e ad est si trova in Ungheria ed in tutta la Penisola Balcanica raggiungendo la zona pontica del Mar Nero; a sud si trova nell'Anatolia meridionale fino in Siria e Libano, manca in Corsica.

In Italia, si trova sporadico nella Pianura Padana, forse introdotto, certamente naturale nel Friuli orientale dove concorre alla formazione dei querceti collinari e rovereti e sul Carso assieme a Roverella ed anche Rovere in suoli ferrettizzati. Il Cerro, diviene molto abbondante sulla dorsale appenninica, soprattutto dalla Maremma toscana in giù. Molto diffuso nel Molise, nel Sannio, nell'Irpinia e Basilicata, diventa più raro in Sicilia e manca in Sardegna.

In Basilicata è presente sull’Appennino lucano, sul M. Vulture e sul Pollino (Fascetti et al., 2006).

Ecologia: Specie mesofila, tendenzialmente eliofila, teme le gelate tardive e i freddi intensi, non ha particolari esigenze edafiche in quanto può vegetare su terreni di vario tipo. Si distribuisce tra il limitate superiore delle leccete più xerofile ed il limite inferiore delle faggete più fresche; occupa una fascia altitudinale che dalla pianura e bassa collina, va a 800 m nella zona avanalpica e nord-appenninica, a 1000, 1200 m di quota nell'Appennino meridionale e Sicilia; tra l'orizzonte delle sclerofille e quello delle latifoglie eliofile.

Preferisce suoli di origine vulcanica a reazione sub-acida; suoli anche decalcificati purchè contengano basi, profondi e freschi.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Codice Corine biotopes  41.75 - Southern Quercus cerris-Q. frainetto woods (Melitto-Quercion frainetto) specie caratterizzante Habitat 91M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere; 41.182 Campano-Lucanian beech forests sopecie di pregio dell’Habitat 9210*: Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex.

Minacce: la rinnovazione stenta ad affermarsi per l’eccessivo carico di pascolo e l’attività degli ungulati rappresenta un grave fattore limitante alla rinnovazione naturale non si è affermata la rinnovazione né di origine gamica né di origine agamica, inoltre, un’elevata quantità polloni sono oggetto di danni da parte della fauna selvatica.

Livello di minaccia nel SIC: medio

Conservazione e protezione: questa specie non figura nelle convenzioni nazionali ed internazionali, né appare rara o minacciata a livello regionale o provinciale.

Sarebbe auspicabile favorire l’evoluzione dei soprassuoli boschivi  verso gli stadi più maturi della successione vegetazionale laddove la struttura e la composizione del bosco, nonché le caratteristiche morfologiche del sito lo richiedano.



Elaphe quatuorlineata (Cervone)

Nome scientifico: Elaphe quatuorlineata (Lacépède, 1789) - Reptilia, Serpentes, Colubridae.

Nome volgare: Cervone

Biologia: serpente di grandi dimensioni caratterizzato, allo stadio adulto, da quattro strie scure longitudinali che ne percorrono i fianchi e il dorso. L’accoppiamento avviene tra aprile e maggio e la deposizione delle uova tra giugno e fine luglio (in aree umide e termicamente stabili). La livrea giovanile conferisce un aspetto marcatamente reticolato all’animale che risulta, dunque, estremamente diverso dall’adulto.

Distribuzione: La specie è un’entità appenninico balcanica. In Italia centro-meridionale è distribuito in  maniera abbastanza disomogenea, sebbene tale dato potrebbe derivare da difetto di ricerca. Il limite settentrionale italiano è costituito da Toscana e Marche. Per la Basilicata, i dati ufficiali riportano una distribuzione della specie estremamente discontinua e prevalentemente concentrata verso i confini con Puglia e Calabria. Tuttavia tale distribuzione frammentaria è da attribuire a difetto di ricerca essendo il Cervone tra i più comuni colubri della regione. Distribuzione nel SIC qui

Habitat: frequenta un ampia varietà di ambienti (da praterie a faggete), ma soprattutto la fascia collinare a macchia mediterranea. Il Cervone sembra prediligere zone limitrofe a corsi d’acqua, anche se di modesta portata, o comunque zone umide nei pressi di stagni e laghi. La specie si rinviene dal livello del mare fino a poco più di 1000 metri (il limite altitudinale italiano è stato registrato in Basilicata).

Alimentazione: si nutre prevalentemente di micro- e meso-mammiferi (da toporagni a donnole, da arvicole a conigli), lacertidi, uccelli di piccole e media taglia nonché loro nidiacei e uova.

Consistenza delle popolazioni: Non esistono dati tali poter stabilire la consistenza delle popolazioni in Italia se non su scala locale. Non esistono dati demografici noti per il SIC.

Minacce: all’interno del suo areale è in decremento per la frammentazione e riduzione dell’habitat, l’utilizzo di pesticidi agricoli che ne riducono le prede, talvolta da impatti stradali particolarmente frequenti, nonché per persecuzioni da parte dei locali

Livello di minaccia nel SIC:

Conservazione e Protezione: è una specie “protetta” per il suo elevato valore biogeografico e conservazionistico, sia dalle direttiva comunitarie (allegato II e IV dir. 92/43/CEE) che da altre convenzioni internazionali (Berna, Allegato 2). Nella categorie di minaccia di estinzione previste dalla IUCN è considerata quasi in pericolo (inserita nel livello Near Threatened).

 

 



Lathyrus jordanii Ten. (Cicerchia di Giordano)

Nome scientifico: FABACEAE – Lathyrus jordanii (Ten.) Ces. Pass. et Gib.

Nome volgare: Cicerchia di Giordano

Biologia: G rhiz. La fioritura avviene a primavera avanzata tra maggio e giugno.

Distribuzione: É una specie endemica dell’Appennino meridionale. In Italia è presente solo in Calabria, Basilicata e Campania da 500 a 1200 m s.l.m.

In Basilicata e nel SIC è una specie rara nelle fitocenosi relativamente mesofile a dominanza Quercus cerris e Quercus frainetto fino agli 800-1000 m s.l.m. e nei boschi misti a Fagus sylvatica fino ai 1400 m s.l.m.

Ecologia: specie mesofila preferisce cerrete e boscaglie delle cenosi forestali dell’Habitat 91M0.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Codice Corine biotopes  41.75 - Southern Quercus cerris-Q. frainetto woods (Melitto-Quercion frainetto) specie caratterizzante Habitat 91M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere.

Minacce: è specie vulnerabile a causa della riduzione o della degradazione degli habitat di pertinenza perché rispetto alle specie a cui si consocia, reagisce peggio alle ceduazioni ed alle brusche interruzioni della copertura arborea.

Una minaccia è la notevole omogeneità delle formazioni forestali legata all’intensa utilizzazione del passato.

Altra minaccia è l’eccessivo carico di ungulati con danneggiamento della flora erbacea del sottobosco, accesso di mezzi motorizzati nella rete senti eristica, carico turistico in aumento.

Livello di minaccia nel SIC: alto in quanto specie rara ed endemica

Conservazione e protezione: É una specie di grande rilevanza biogeografica, specie endemica dell’Appennino meridionale (Conti et al., 2005; Di Pietro, 2009).

Sarebbe auspicabile la conservazione della continuità e integrità della matrice boscata con  incremento del valore naturalistico delle formazioni forestali, favorendo un aumento della maturità nelle stazioni più idonee e mantenendo una presenza significativa dei diversi stadi delle successioni.



Lathyrus digitatus (M. Bieb.) Fiori (Cicerchia digitata)

Nome scientifico: FABACEAE – Lathyrus digitatus (Bieb.) Fiori

Nome volgare: Cicerchia digitata

Biologia: G rhiz. La fioritura avviene a primavera avanzata tra maggio e giugno.

Distribuzione: S-Europ.-Sudsib. É  presente in Turchia e nell’est Europa in Ucraina, mante nel sud-est Europa si rinviene in Albania, Bulgaria, Jugoslavia, Grecia ed Ucraina.

In Italia, questa specie, è diffusa e frequente in tutta la penisola (assente nelle isole) da 700 a 1700 m s. l. m.

In Basilicata e nel SIC è una specie diffusa nelle fitocenosi relativamente mesofile a dominanza Quercus cerris e Quercus frainetto fino agli 800-1000 m s.l.m. e nei boschi misti a Fagus sylvatica fino ai 1400 m s.l.m.

Ecologia: specie mesofila, preferisce cerrete, boschi misti, boscaglie delle cenosi forestali dell’Habitat 91M0.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Codice Corine biotopes  41.75 - Southern Quercus cerris-Q. frainetto woods (Melitto-Quercion frainetto) specie caratterizzante Habitat 91M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere.

Minacce: è specie vulnerabile a causa della riduzione o della degradazione degli habitat di pertinenza perché rispetto alle specie a cui si consocia, reagisce peggio alle ceduazioni ed alle brusche interruzioni della copertura arborea.

Livello di minaccia nel SIC: medio

Conservazione e protezione: É una specie di grande rilevanza biogeografica, specie endemica dell’Appennino meridionale (Di Pietro, 2009).  

Sarebbe auspicabile la conservazione della continuità e integrità della matrice boscata con  incremento del valore naturalistico delle formazioni forestali, favorendo un aumento della maturità nelle stazioni più idonee