Faggeta di Monte Pierfaone


Carta di identità del sito

Zoom Extra_large_1-faggeta_di_monte_pierfaone
Nome Faggeta di Monte Pierfaone
Codice IT9210115
Tipo B
Estensione 756,17 ha
Comuni
Province
Habitat (All. 1 Dir. 92/43/CEE): 9210*, 9180*, 6210(*) dettagli   »
Specie (All. 2 Dir. 92/43/CEE e all.1 dir. 79/409/CEE): Acer obtusatum W. et K. (Acero d'Ungheria), Acer cappadocicum Gled. subsp. lobelii (Ten.) Murray (Acero di Lobelius), Acer platanoides L. (Acero riccio), Ilex aquifolium L. (Agrifoglio), Strix aluco (Allocco) dettagli   »
Note

Habitat All. 1 Dir. 92/43/CEE

Faggeta di Monte Pierfaone

9210* - Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex

9180* - Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion

6210(*) - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)

Specie All. 2 Dir. 92/43/CEE e all.1 dir. 79/409/CEE

Faggeta di Monte Pierfaone

Acer obtusatum W. et K. (Acero d'Ungheria)

Acer cappadocicum Gled. subsp. lobelii (Ten.) Murray (Acero di Lobelius)

Acer platanoides L. (Acero riccio)

Ilex aquifolium L. (Agrifoglio)

Strix aluco (Allocco)

Alauda arvensis (Allodola)

Aquilegia vulgaris L. (Aquilegia)

Aquilegia viscosa Gouan (Aquilegia vischiosa)

Orchis anthropophora (L.) All. (Ballerina)

Motacilla cinerea (ballerina gialla)

Crataegus laevigata (Poir.) DC. (Biancospino selvatico)

Bombus pascuorum (Bombo dei pascoli)

Galanthus nivalis L. (Bucaneve)

Asyneuma trichocalycinum (Ten.) K. Maly (Campanula delle faggete)

Edraianthus graminifolius (L.) A. DC. (Campanula graminifolia)

Sylvia atricapilla (Capinera)

Carduelis carduelis (Cardellino)

Carpinus betulus L. (Carpino bianco, Carpino comune)

Cephalanthera rubra (L.) Rich. (Cefalantera rossa)

Cyclamen hederifolium Aiton (Ciclamino napoletano)

Parus palustris (Cincia bigia)

Parus ater (cincia mora)

Parus major (Cinciallegra)

Parus caeruleus (Cinciarella)

Sus scrofa (Cinghiale)

Phoenicurus ochruros (codirosso spazzacamino)

Columba palumbus (colombaccio)

Cornus mas L. (Corniolo)

Corvus corax (corvo imperiale)

Cuculus canorus (cuculo)

Daphne laureola L. (Dafne laurella, Erba laurella, Olivella)

Digitalis lutea L. subsp. australis (Digitale appenninica)

Digitalis ferruginea L. (Digitale bruna)

Epipactis meridionalis H. Baumann et R. Lorenz (Elleborina meridionale)

Epipactis helleborine (L.) Crantz (Elleborine comune)

Epipactis microphylla (Ehrh.) Sw. (Elleborine minore)

Euphorbia corallioides L. (Euforbia corallina)

Martes foina (Faina)

Limodorum abortivum (L.) Sw. (Fior di legna)

Regulus ignicapillus (Fiorrancino)

Physospermum verticillatum (Waldst. et Kit.) Vis. (Fisospermo verticillato)

Fringilla coelebs (fringuello)

Pica pica (Gazza)

Falco tinnunculus (gheppio comune)

Garrulus glandarius (Ghiandaia)

Arum lucanum Cav. et Grande (Gigaro meridionale)

Lilium bulbiferum L. subsp. croceum (Chaix) Jan (Giglio rosso, giglio di San Giovanni, Giglio salvatico)

Asio otus (Gufo comune)

Monotropa hypopitys L. (Ipopitide)

Hystrix cristata (Istrice)

Lepus europaeus (Lepre europea)

Linaria purpurea (L.) Mill. (Linaria o linajola purpurea)

Podarcis muralis (Lucetola muraiola)

Phylloscopus collybita (Luì piccolo)

Phylloscopus sibilatrix (Luì verde)

Canis lupus (Lupo)

Gymnadenia conopsea (L.) R. Br. (Manina rosea)

Turdus merula (merlo)

Potentilla rigoana Th.Wolf

Narcissus poeticus L. (Narciso selvatico, Fior di maggio)

Milvus milvus (Nibbio reale)

Neottia nidus-avis (L.) Rich. (Nido d'uccello)

Alnus cordata Loisel. (Ontano cordato)

Orchis papilionacea L. (Orchide a farfalla)

Orchis quadripunctata Cyrillo ex Ten. (Orchide a quattro punti)

Orchis provincialis Balb. (Orchide gialla)

Dactylorhiza maculata (L.) Soó (Orchide macchiata)

Orchis purpurea Huds. (Orchide maggiore)

Orchis mascula (L.) L. (Orchide maschia)

Orchis morio L. (Orchide minore)

Orchis simia Lam. (Orchide omiciattolo)

Anacamptis pyramidalis (L.) Rich. (Orchide piramidale)

Dactylorhiza romana (Sebast.) Soó (Orchide romana)

Dactylorhiza sambucina (L.) (Orchide sambucina)

Passer domesticus (Passero domestico o passera europea)

Remiz pendulinus (Pendolino europeo)

Amelanchier ovalis Medik. (Pero corvino)

Erithacus rubecula (pettirosso)

Sitta europaea (Picchio muratore)

Dendrocopos major (Picchio rosso maggiore)

Dendrocopos medius (Picchio rosso mezzano)

Dendrocopos minor (Picchio rosso minore)

Picus viridis (Picchio verde)

Populus tremula L. (Pioppo tremolo)

Platanthera bifolia (L.) Rchb. (Platantera comune)

Buteo buteo (Poiana comune)

Anthus trivialis (Prispolone)

Pulmonaria apennina Cristof. et Pup (Pulmonaria degli Appennini)

Ruscus aculeatus L. (Pungitopo)

Lacerta bilineata (Ramarro occidentale)

Certhia brachydactyla (Rampichino)

Certhia familiaris (Rampichino alpestre)

Pelophylax sinkl. hispanicus (Rana ispanica)

Rana italica (Rana italica)

Rhamnus alpina L. subsp. alpina (Ranno alpino)

Ranunculus brutius Ten. (Ranuncolo di Calabria)

Erinaceus europaeus (Riccio europeo)

Ptyonoprogne rupestris (rondine montana)

Rosa pimpinellifolia L. (Rosa di macchia)

Salamandra salamandra (salamandra pezzata)

Salamandrina terdigitata (Salamandrina dagli occhiali)

Troglodytes troglodytes (Scricciolo comune)

Sorbus aria (L.) Crantz subsp. cretica (Lindl.) Holmboe (Sorbo montano)

Accipiter nisus (Sparviere)

Talpa europaea (Talpa europea)

Meles meles (Tasso)

Taxus baccata L. (Tasso)

Tilia platyphyllos Scop. (Tiglio nostrano)

Turdus viscivorus (Tordela)

Turdus philomelos (tordo bottaccio)

Lullula arborea (Tottavilla)

Triturus carnifex (Tritone crestato italiano)

Vipera aspis (Vipera)

Vulpes vulpes (Volpe)

Emberiza citrinella (Zigolo giallo)

Emberiza cia (zigolo muciatto)

Emberiza cirlus (Zigolo nero)



Il Sito d’Interesse Comunitario “Faggeta di Monte Pierfaone” si estende per 756,17 ettari. L’area va a costituire, insieme ai Monti della Maddalena, Volturino e Viggiano un complesso sistema montuoso, vera ossatura centrale dell'Appennino Lucano, di cui la più aspra ed imponente dorsale comprende proprio le cime dei Monti Arioso e Pierfaone (1722 e 1744 metri).

Avendovi rinvenuto formazioni di calcari compatti e cretacei, di scisti galestrini e di argille scagliose, il geologo De Giorgi, nei suoi “Studi di geologia nell’Appennino meridionale di fine Ottocento, ha datato l’origine di queste montagne al periodo del Cretaceo.

Le principali formazioni geologiche affioranti nell’area di studio afferiscono alle successioni del paleobacino Lagonegrese. L’evoluzione tettonica mesozoica instaurò un regime di subsidenza che causò il progressivo approfondimento del Bacino di Lagonegro e la deposizione delle rocce della successione Calcareo-Silico-Marnosa (Calcari con selce, Scisti Silicei e Galestri) che si osserva a monte Pierfaone e a monte Arioso.

Per ciò che attiene le Sorgenti di Fossa Cupa c’è da dire che la presenza di  importanti sistemi di faglie, lungo la dorsale di M. Pierfaone - Monte Arioso, e di successioni  stratigrafiche caratterizzate dalla presenza di livelli pelitici che inglobano livelli o blocchi carbonatici a maggiore permeabilità, condiziona l’andamento della  circolazione idrica sotterranea, determinando la formazione di spartiacque di tipo aperto con conseguente parziale separazione della circolazione idrica. 

 IL CLIMA

Il territorio rientra nella Regione Bioclimatica Temperata ed in generale il clima si presenta, con inverni lunghi e freddi ed estati brevi e secche; la temperatura media annua è di 12 °C.

Il fitoclima varia da mesomediterraneo umido-subumido a temperato umido-subumido (Biondi et al., 1991).

Il regime pluviometrico conserva i caratteri di mediterraneità (minimo estivo, primo massimo invernale, secondo massimo autunnale) fino a 900-1.100 m s.l.m.; ad altitudini superiori a 1.000-1.300 m s.l.m. si ha un regime di transizione verso il tipo sub-oceanico con un primo massimo autunnale, secondo massimo invernale e minimo estivo (Cantore et. al., 1987).

Le nebbie, sono per lo più invernali-primaverili.

L’innevamento interessa soprattutto i mesi da novembre a marzo, favorendo gli sport invernali.

La cenosi forestale, con maggiore estensione nell’area SIC è la faggeta microterma (quasi il 95% del territorio), Habitat 9210*-Faggeti degli Appennini con Taxus ed Ilex .

Si tratta di  boschi di faggio caratterizzati dalla diffusa presenza di piante legnose di origine Arcoterziaria, molte delle quali sempreverdi (quali Taxus baccata, Ilex aquifolium) che sulla catena appenninica hanno trovato siti rifugiali durante le glaciazioni del Quaternario.

Lo strato arbustivo è a prevalenza di Ilex aquifolium mentre lo strato erbaceo risulta dominato nella fisionomia da Allium ursinum. Durante la campagna dei rilievi sono state osservate  numerose specie caratterizzanti le faggete con Taxus ed Ilex quali: Anemone apennina, Aremonia agrimonoides, Cardamine bulbifera, Daphne laureola, Doronicum orientale, Geranium versicolor, Lathyrus venetus, Potentilla micrantha, Ranunculus lanuginosus, Scilla bifolia, Viola odorata, Viola reichembachiana. Nell’area di Monte Arioso, nei pressi delle piste da sci, è stata rilevata anche la presenza di specie strettamente acidofile come Oxalis acetosella.

Nelle aree del SIC denominate “Pietra del Tasso”, “Serra Giumenta” e “Monte Arioso” è stato rilevato l’Habitat 6210* , per il quale sono soddisfatti i criteri di interesse prioritario (a) il sito ospita un ricco contingente di specie di orchidee, tra le quali Dactylorhiza maculata, D. romana, D. sambucina, Orchis macula, O. morio, O. papilionacea, O. provincialis, O. purpurea, O. quadripunctata, O. simia ed il criterio (b) il sito ospita un’importante popolazione di almeno una specie di orchidee ritenuta non molto comune a livello nazionale, per esempio Orchis provincialis endemica per la Basilicata. Dal punto di vista floristico, oltre le orchidee, sono state osservate numerose specie caratteristiche dell’Habitat  quali: Bromus erectus, Hippocrepis comosa, Anthyllis vulneraria, Carlina vulgaris, Potentilla repens, Potentilla incana.

Si tratta di habitat tipicamente secondari, il cui mantenimento è subordinato alle attività di sfalcio o di pascolamento del bestiame, garantite dalla persistenza delle tradizionali attività agro-pastorali ed inseriti nel contesto delle formazioni forestali a caducifoglie con dominanza di Fagus sylvatica .

L’habitat 6210* presenta un’estensione limitata e puntiforme (quasi il 4%).

E’ presente con un’estensione di meno dell’0.1% l’habitat 9180*, a Pietra del Tasso e  lungo gli impluvi e nelle forre umide e nelle scarpate.

Il Sito presenta un’interessante alternanza di ambienti che nel complesso favoriscono la presenza di un elevato numero di specie. Le piccole zone umide svolgono un ruolo fondamentale per la riproduzione di rettili ed anfibi di interesse conservazionistico quali  Salamandrina terdigitata, Salamandra salamandra, Triturus carnifex, Lissotriton italicus e Rana italica.

Per quanto attiene la componente ornitologica i rapaci diurni sono rappresentati dallo Sparviere (Accipiter nisus), dalla Poiana (Buteo buteo), entrambi comuni come nidificanti, dal Nibbio Reale (Milvus Milvus) e dal Gheppio (Falco Tinnunculus).  Specie prettamente forestali sono il Picchio verde (Picus viridis), il Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) e il Picchio rosso mezzano (Dendrocopos medius). Ambienti analoghi sono utilizzati anche dall'Allocco (Strix aluco), il rapace notturno più caratteristico delle aree boscate, dal Gufo comune (Asio otus) e dal Picchio rosso minore (Dendrocopos minor). Importante è la presenza di altre specie quali: la Balia dal collare (Ficedula albicollis) e la Tottavilla (Lullula arborea), specie presenti in Allegato II della Direttiva Uccelli, l’Allodola (Alauda arvensis), il Prispolone (Anthus trivialis), lo Zigolo giallo (Emberiza citrinella) specie particolarmente importante in quanto l’Appennino lucano si pone come margine meridionale per la nidificazione della specie, lo Zigolo nero (Emberiza cirlus), lo Zigolo muciatto (Emberiza cia), la Ballerina gialla (Motacilla cinerea), il Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros), il Lui verde (Phylloscopus  sibilatrix) e il Lui piccolo (Phylloscopus collybita).

Nel territorio di Monte Arioso è presente, tra le altre specie, il Corvo imperiale (Corvus corax).

Tra gli ungulati, sicura è la presenza del cinghiale (Sus scrofa), quest'ultimo molto comune in gran parte del territorio provinciale e talora presente in densità particolarmente elevate, tali da compromettere l'integrità del bosco. I carnivori sono rappresentati, tra gli altri, dalla Volpe (Vulpes vulpes), dal Lupo (Canis lupus) e dalla Faina (Martes  foina).

 

FLORA:

Il territorio del SIC, totalmente incluso nel perimetro del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, è caratterizzato quasi esclusivamente dalla presenza di faggete con Taxus baccata ed Ilex aquifolium a contatto con lembi di bosco mesofilo di forra del Tilio-Acerion e praterie mesofile dei Festuco-Brometea, con un ricca presenza di specie di Orchidaceae. I piccoli nuclei di Abies alba presenti risultano impiantati artificialmente per cui è stata esclusa la presenza dell’Habitat 9220.

La ricchezza floristica è notevole, diverse sono le specie protette a livello regionale dal D.R. n. 55 del 18 MARZO 2005 quali Acer cappadocicum subsp. lobelii, Acer opalus subsp obtusatum, Acer platanoides, Arum cylindraceum, Aquilegia vulgaris, Edraianthus graminifolius, Ilex aquifolium, Lilium bulbiferum subsp croceum, Narcissus poeticus, Taxus baccata, Tilia platyphyllos e tutte le specie di  Orchidaceae,   inoltre, la presenza di  endemismi dell’Italia Meridionale (Acer cappadocicum subsp. lobelii, Alnus cordata,  Arum cylindraceum, Euphorbia coralloides, Pulmonaria apennina) e di specie rare (Monotropa hypopytis, Rhamnus alpina, Rosa pimpinellifolia, Tilia platyphyllos) e di notevole importanza biogeografia (Acer platanoides, Aquilegia viscosa, Ilex aquifolium, Taxus baccata ecc.) dimostrano il grande valore naturalistico e conservazionistico del sito. Gli habitat forestali si presentano  nel complesso in buono stato di conservazione.

FAUNA:

Per quanto riguarda la componente faunistica, si rileva la presenza di comunità ornitiche tipicamente forestali-appenniniche con particolare riferimento alle subendemiche di picidi e rapaci. Inoltre, la presenza soprattutto di Dendrocopos medius e  D. minor (la cui presenza nel Sito riveste una certa importanza biogeografia, dato che l’areale principale della specie segue la dorsale appenninica),  di Milvus milvus, Lullula arborea, Ficedula albicollis  e Emberiza citrinella (specie nidificante nella zona di Pietra del Tasso, la cui presenza è molto interessante in quanto l’Appennino lucano si pone come limite meridionale per la distribuzione della specie) per l’avifauna, è indice di un buon grado di conservazione degli ecosistemi forestali. Inoltre, le piccole zone umide, corsi d’acqua e fontanili svolgono un ruolo fondamentale per la riproduzione di anfibi e rettili di interesse conservazionistico, quali Salamandrina terdigitata, Triturus carnifex, Lissotriton italicus e Rana italica. Importante è la presenza di Canis lupus.

Per ciò che attiene l’uso del suolo,il Sic è occupato per la quasi totalità del suo territorio da ecosistemi naturali e seminaturali (99%) e non presenta attività agricole.

La presenza dell’uomo nel SIC si evince dalle reti stradali che, comunque non sembrano creare danni particolarmente evidenti alle specie animali, in quanto poco trafficate. Infatti, sebbene le strade creino una frattura alla continuità degli habitat durante la campagna dei rilievi non sono mai state ritrovate carcasse di animali.

Le attività turistiche sono legate soprattutto agli sport invernali e determinano un impatto di intensità limitata su aree circoscritte. A volte è stata rilevata la presenza di micro discariche di rifiuti urbani o di resti di pic-nic.

Il pascolo in linea di massima non ha influenza negativa, anzi contribuisce al mantenimento degli ecosistemi prativi, al contrario, la frequente pulitura da parte degli allevatori di alcuni fontanili usati come abbeveratoi altera l’habitat di riproduzione di specie quali Triturus carnifex, Lissotriton italicus, Salamandrina terdigitata.

Diversi sono i nuclei di rimboschimento di Abies alba risalenti agli anni ’50 effettuati con germoplasma non autoctono, presenza di unrimboschimento ad Abies alba e Cedrus deodara  che penetra nel Sic per circa 2,75 ha.

Si è rilevata la raccolta irrazionale di funghi e tartufi che provoca impoverimento della micodiversità e compromissione delle associazioni micorriziche che questi attuano con le specie forestali.

La presenza dell’uomo si riscontra anche dal fatto che le sorgenti di Fossa Cupa sono state captate per scopi civili.

E’ stato rilevato, a volte, taglio abusivo di piante arboree.